La storia, capitolo I: il principio.

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parside
view post Posted on 27/10/2007, 12:55




Capitolo I
Il Principio.

Da poco finita la guerra, tra le tante persone impegnate nella ricostruzione di quanto era andato perduto c’era anche qualcuno che nel 1946 riusciva già a pensare al tempo libero “alternativo” e tramite l’uso di 8 valvole (che tecnicamente venivano chiamate termoioniche: quattro triodi 6Q5 e quattro tetrodi 6V6)) proiettò su di un tubo catodico CRT quello che a tutti gli effetti possiamo considerare il primo videogioco della storia.

Si parte alla grande perché non si tratta di un gioco arcade o di uno sparatutto ma niente che meno di una simulazione strategica!!!! Cosa si poteva simulare dopo l’ultima grande guerra? Hmmm, vediamo un po’… Il lancio di missili su dei bersagli, stupiti, vero? Neanche un po’? Chissà come mai. Il concetto del gioco era piuttosto semplice e tramite due manopole, create all’occorrenza, bisognava cercare di controllare velocità e traiettoria di un punto luminoso che rappresentava il missile. Viste le scarse risorse del tempo, Thomas T. Goldsmith e Estle Ray Mann, questi i nomi dei creatori del gioco, dovettero applicare degli adesivi per indicare i punti dove il missile doveva andare ad impattare per dichiarare vinta la partita.

Nonostante nel 1947 sia anche stato brevettato, i pensieri delle persone ancora scossi dagli eventi bellici vissuti non permisero al videogioco di farsi apprezzare e dovremo aspettare il 1952 per notare un nuovo tentativo.

Questa volta sarà Alexander S. Douglas a dare alla luce, per la realizzazione della sua tesi di laurea “sull’interazione Uomo-Computer”, un perfetto clone in tutto e per tutto del famoso TRIS, e per l’occasione ribattezzato OXO.

Questa volta venne realizzato per un sistema hardware vero e proprio, l’EDSAC. Siccome esiste un emulatore di tale computer sappiate che è possibile già con questo titolo, dedicarsi al retrogaming e giocare una versione perfettamente emulata di OXO.

l'Edsac in tutto il suo splendore.
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ecco come erano i monitor CRT a quei tempi.
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e c'era anche la stampate. Molto più usata di oggi per stampare i risultati dei programmi.
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ecco come si vedeva il gioco
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Nonostante questi due “eroici” tentativi di creazione di videogiochi, la palma di primo game designer della storia viene attribuita a William Higinbotham che nel 1958 utilizzando le risorse del centro di ricerca nucleare Brookhaven National Laboratori creò “Tennis for Two”; dove due giocatori, utilizzando delle specie di joystick rudimentali dell’epoca (chiamate allora plance) potevano sfidarsi ad una partita di tennis che veniva visualizzata su di un oscilloscopio. Il campo da gioco era visto di lato ed esisteva anche una routine di intelligenza artificiale che gestiva la forza di gravità. Tramite le sopraccitate manopole si lanciava e contemporaneamente si regolava la traiettoria da imprimere alla palla. E’ curioso notare che Willam creò si il gioco per intrattenere le persone ma non per scopi commerciali. Infatti, l’oscilloscopio su cui veniva mostrato il gioco non era altro che un modo per intrattenere gli eventuali visitatori del suo laboratorio di New York.

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L'oscilloscopio che mostra il gioco è quello indicato dalla freccia.
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Ma il gioco com'era? Eccolo. Notate la pallina che lascia la scia e va a scavalcare la rete. Bellissimo!!!!
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Negli anni sessanta molti mainframe (computer di grandi dimensioni) erano ormai utilizzati dalle maggiori università del mondo e moltissimi studenti si dilettarono nel creare per gli scopi più disparati ma quasi sempre per interesse scientifico (e chi lo avrebbe detto!!!!!) diversi videogiochi più o meno interessanti.

Ed è nel 1961 che venne creato su di un DEC PDP-1, presso i laboratori del MIT, un gioco chiamato Spacewar. Steve Russell che si prese il merito della realizzazione, realizzo un gioco dove due navi si fronteggiavano tramite il lancio di missili.

Oltre a vari elementi che impreziosivano il gameplay e rendevano più interessante la sfida si ricorda un buco nero al centro dello spazio di gioco che doveva essere evitato e nel contempo influenzava la traiettoria dei missili simulando una perfetta distorsione gravitazionale. Una cosa incredibile per quei tempi!!!! Il gioco fu così in breve tempo largamente distribuito nei centri universitari dell’epoca e fu senz’altro il primo gioco a destare l’interesse di un gruppo elevato di persone tanto da divenire presto incluso nella libreria software nei nuovi computer DEC che vennero venduti da li in avanti.

Ecco come appariva il gioco, bello è? E pensare che erano gli anni 60. Incredibile!!!
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Purtroppo, visto il costo degli attuali computer su cui girava Space War, circa 120.000$ non era pensabile che questo venisse giocato dai normali utenti a casa.

Bisognerà infatti aspettare Ralph Baer che nel 1966 creò un gioco chiamato Chase e che lo indusse a sviluppare un prototipo di console funzionante su un normale televisore che vide la luce nel 1968. Questa console che nel 1972 venne venduta alla Magnavox e prese il nome di Odissey, rimase famosa per diversi “strani” aspetti. Primo fra tutti quello di rimanere ancorato al modo di creare videogiochi come finora si erano visti, si trattava infatti di una console analogica e non digitale. Secondariamente ma non meno importante, non era alimentata dalla rete elettrica casalinga ma faceva uso di batterie!!! Pazzesco. Inoltre, cosa non inusuale per l’epoca era totalmente assente l’audio. Infine, l’ultima ma non meno importante stranezza era che nonostante fosse una macchina analogica fosse in grado di generare alcuni rozzi ma utilissimi sprite.

Successivamente ma in collaborazione con i due Bill. Harrison e Rusch, Baer creò anche una light gun (la pistola per sparare sullo schermo) e di lì anche una serie di titoli per sfruttarla a dovere. Successivamente Baer (ma ne parleremo dopo perché siamo nel 1978) creerà anche un Odissey 2 (che verrà anche commercializzata in europa dalla Philips con il nome di Videopac) per cercare di contrastare lo strapotere di un’altra console casalinga molto più famosa.

Il Magnavox Odissey
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Ma arriviamo finalmente agli anni 70 e all’introduzione dei giochi arcade. Nel 1971 un certo Nolann Bushnell in collaborazione con Ted Dabney creò quello che fu il primo coinop (Coin Operator) della storia: Computer Space. Quest ultimo non era altro che un clone di Space War.

Vista la difficoltà del gioco per i non addetti ai lavori il progetto non ebbe un grande successo, nonostante la Nutting Associates ne abbia allora comprato i diritti e prodotti 1500 esemplari. Ci sono però alcune interessanti vicende sull’accaduto. Si dice infatti che Bushnell creò il cabinato sfrattando la figlioletta dalla propria cameretta perché aveva bisogno di spazio per creare il prototipo. E’ inoltre interessante notare nel film 2022 I sopravvissuti (con il mitico Charlton Easton) in una scena si vede chiaramente giocare l’avvenente topona di turno proprio con Computer Space.

ecco computer space in 2022 i sopravvissuti (lo vedete a destra di Easton)
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dettagli del gioco
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il cabinato in tutto il suo splendore
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molti dicono che ne abbiano preso spunto per creare la forma Kenny di south park
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Nel 1972, Rush Baer riesce finalmente a commercializzare il Magnavox Odissey e durante una dimostrazione avvenuta in California era presente anche Bushnell. Il quale dopo aver visto Video Ping Pong torno a casa pensieroso.

Dopo poco tempo, scontento degli scarsi profitti derivati da Computer Space, Bushnell decise di mettersi in proprio fondando la sua personale azienda (La ATARI, hem mica bruscolini) e dopo aver clonato Video Ping-Pong di Baer da alla luce PONG. E fu subito un successo senza pari. L’Atari vendette circa 19000 esemplari del proprio gioco ma gli introiti derivati furono ancora più incredibili. Per rendere l’idea ecco un piccolo aneddoto raccontato dallo stesso Bushnell:
“Dopo aver installato la prima macchina sono andato di corsa a casa perché ero troppo emozionato per sopportare un insuccesso. Un paio d’ore più tardi, il gestore della sala giochi mi telefona disperato. Si è rotto, dice. E io mi precipito a vedere cos’è successo. In effetti non funzionava più. Ma soltanto perché le monetine da 25 centesimi non entravano più nella macchina. Il mio PONG era così pieno di soldi che rischiava di scoppiare!”.

La strada era stata spianata la prima vera mente imprenditoriale della storia dei videogiochi aveva dato il la e per l’Atari saranno anni di gloria ma questa è un’altra storia.

CONTINUA...

Il cabinato di Pong
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e cosa si vedeva
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Edited by parside - 11/11/2007, 19:42
 
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Altribit
view post Posted on 11/1/2008, 16:47




Questo articolo dimostra che:

1) Quegli pseudogiornalisti che si fanno stipendiare per copia-incollare di peso articoli interi di Wikipedia senza cambiare una virgola non valgono una cicca rispetto ad una seria ricerca di un appassionato vero;

2) Parside ha un fottio di tempo libero e di sicuro trascura qualsiasi altro dovere sociale :D.
 
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parside
view post Posted on 11/1/2008, 18:28




Mi oppongo al punto 2) vostro onore... Sono TUTTE menzogne!!!! Mi appello al terzo emendamento... Come dice? In Italia non esiste, ah, ecco... Comunque mi oppongo lo stesso!!!!!!!!
 
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2 replies since 27/10/2007, 12:55   105 views
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